Qual è il senso che ritenete più importante? È la domanda che è stata rivolta a un campione di 250 adulti nel Regno Unito intervistati per uno studio dalla City University of London pubblicato sulla rivista Jama Ophthalmology.
La riposta non è così scontata. Al primo e secondo posto infatti figurano la vista e l’udito, come ci si potrebbe aspettare, ma in terza posizione si colloca l’equilibrio. Solo successivamente arrivano il tatto, il gusto e l’olfatto, seguiti dal senso del dolore (al settimo posto) e da quello della temperatura (all’ottavo).
La classifica racconta un’interessante verità: i cinque sensi tradizionali sono fondamentali, ma non necessariamente sono i più importanti. L’equilibrio si dimostra, con ogni evidenza, come uno dei sensi più capaci di influenzare la qualità di vita, perché a lui dobbiamo molte delle attività che svolgiamo giornalmente. E secondo il campione intervistato, perdere l’equilibrio significa impoverire la nostra quotidianità molto più che perdere il tatto o il gusto e l’olfatto.
Lo studio è stato realizzato dai ricercatori della City University of London utilizzando un esperimento chiamato “time trade off” (TTO), tecnica che consiste nel chiedere ai malati di scegliere che cosa preferirebbero tra il permanere nella condizione di malattia per un certo numero di anni o l’essere guariti ma con un’aspettativa di vita inferiore. In questo caso è stato chiesto ai partecipanti di paragonare la prospettiva di vivere 10 anni in condizione di cecità/sordità con quella di vivere meno anni (da 10 a 0 anni) ma in perfetta salute.
Ebbene, il campione intervistato sceglierebbe di vivere 4,6 anni in perfetta salute rispetto a 10 anni con una perdita totale della vista e 6,8 anni in perfetta salute come alternativa a 10 anni di vita con una perdita totale dell’udito. Una valutazione che però differisce molto da quella che hanno fatto i pazienti con una condizione cronica o una storia famigliare di deprivazione dell’udito, portati a considerare la sordità meno limitante di quanto ha fatto il campione senza problemi di udito.
«Capire quali possano essere le percezioni e le paure dei pazienti in caso di perdita delle proprie capacità sensoriali è importante perché potrebbe essere d’aiuto agli operatori sanitari nel sostegno dei pazienti in queste situazioni», dice David Crabb, direttore del Crabb Lab della City University of London e autore dello studio. «Nonostante una perdita sensoriale possa essere devastante, è importante educare i pazienti ad affrontarla e a sapersi adattare», conclude.