InSight è la sonda della NASA su Marte, una sonda termica progettata per dirci di più sulle caratteristiche geologiche del pianeta rosso.
Costituito da un sismografo e da una “talpa” escavatrice, lo strumento ha iniziato a lavorare a partire dal suo atterraggio su Marte, nel novembre 2018, ottenendo un successo solo a metà.
Almeno fino a pochi giorni fa: risale al 3 giugno scorso infatti l’annuncio, condiviso sui canali social della sonda stessa, secondo cui i tecnici della DLR, l’agenzia spaziale tedesca, sono riusciti finalmente a far penetrare nel terreno marziano la sonda termica.
L’importante traguardo è stato raggiunto dopo mesi di ingegnose strategie di controllo remoto del braccio robotico della sonda. La talpa, come viene chiamata la sonda termica dal team di scienziati tedeschi, non riusciva a penetrare nel suolo, e ad un certo punto veniva addirittura “sputata” fuori. Le cause di queste difficoltà non sono ancora state del tutto chiarite, ma gli scienziati non si sono persi d’animo e hanno provato diverse tecniche per aiutare la talpa nella sua discesa utilizzando il braccio robotico di InSight, pensato originariamente per prelevare piccoli campioni superficiali di terreno.
Utilizzando la piccola pala del braccio robotico come un martelletto, e dopo aver studiato con attenzione la direzione e il punto su cui colpire, impartendo comandi una volta alla settimana per tre mesi a decine di milioni di km di distanza, il team di DLR è riuscito finalmente a far penetrare completamente nel terreno la talpa. Si è trattato di un lavoro certosino, con i piccoli colpetti che andavano sincronizzati con l’attività di scavo della trivella e con l’impossibilità di avere un feedback in tempo reale (il ritardo medio delle comunicazioni tra Terra e Marte in una direzione è di 13 minuti) e soprattutto con strumenti non pensati per lavorare in questo modo.
InSight è atterrata su Marte con l’obiettivo di studiare la superficie del pianeta e migliorare la nostra comprensione della formazione ed evoluzione dei pianeti rocciosi. Dalla sua entrata in attività ha rilevato e misurato diversi “martemoti“, di cui prima si ipotizzava solo la possibile esistenza, e registrato il passaggio di alcuni “dust devil“, mulinelli di sabbia che spazzano le deserte pianure del pianeta. La talpa avrebbe dovuto studiare la conducibilità termica della superficie marziana e forse a breve potrà finalmente iniziare a farlo.
Fonte: www.dday.it