20 millisecondi di risposta per una sensazione di guida molto vicina alla realtà e 9 gradi di movimento: così Milano finisce in pole position nel settore delle simulazioni virtuali di veicoli.
È da febbraio infatti che al campus Bovisa del Politecnico di Milano è stato inaugurato il Driving Simulator Lab, un simulatore di guida con prestazioni uniche al mondo.
Il segreto del dispositivo meneghino sta nei suoi tempi di reazione: «I simulatori più all’avanguardia» spiega Gianpiero Mastinu, docente di costruzione di veicoli e coordinatore del laboratorio «riescono a rispondere ai comandi del pilota solo dopo 100 millisecondi (1/10 di secondo): ma questo ritardo, chiamato “latenza”, rende poco realistiche le prove di guida. Noi invece siamo riusciti ad abbassare i tempi di risposta a 20 millisecondi: questo rende la sensazione di guida molto vicina alla realtà». In pratica, quando si sposta il volante per fare un cambio di corsia, il comando viene eseguito (e proiettato sullo schermo) in tempo quasi reale.
Questo risultato è merito soprattutto di un’innovazione meccanica. Il simulatore di Milano, costituito da un basamento che sorregge l’abitacolo che scorre su cuscini ad aria, è movimentato infatti da 4 cavi: gomene da imbarcazioni, controllate da 4 motori, che riescono a muovere l’abitacolo in modo rapido e realistico. In questo modo il veicolo si muove con 9 gradi di libertà: avanti/indietro, destra/sinistra, rotazione intorno all’asse verticale, longitudinale, verticale, trasversale, rotazione di rollìo, beccheggio, imbardata. L’intero sistema è controllato da un computer centrale che a sua volta ne comanda altri 8 che gestiscono i vari componenti del simulatore.
«Il dispositivo» continua Mastinu «riesce a riprodurre le prestazioni dei veicoli con una fedeltà senza precedenti. Servirà a testare, con inedito realismo, nuovi modelli di auto, le prestazioni dei veicoli ecologici, i sistemi di sicurezza stradale, i diversi componenti delle auto (freni, pneumatici, sterzo). E anche a sperimentare l’efficacia dei sistemi di guida autonoma».
Costato oltre 5 milioni di euro, il simulatore è stato progettato da un’azienda italiana specializzata nel settore, la VI-Grade di Tavagnacco (Udine), cui si è affiancato il sistema hardware elaborato dalla Todema di Cesana Brianza (Lecco). Il Politecnico di Milano, che ha coordinato il progetto, ha messo a disposizione la sede per il dispositivo, un laboratorio di 600 m2: il simulatore si muove in uno spazio di circa 20 m2.
«Quando si vuole testare un componente automobilistico, poniamo un nuovo modello di pneumatico, si caricano su computer le sue caratteristiche» spiega Mastinu. «Poi il guidatore sale a bordo del simulatore e potrà testare virtualmente gli pneumatici su vari tipi di strade e di situazioni di guida, riprodotte attraverso gli attuatori, componenti elettromeccanici capaci di riprodurre le vibrazioni indotte dalla irregolarità della superficie stradale. Questa irregolarità è percepita a diverse frequenze: basse a bassa velocità, alte ad alta velocità. Nel frattempo, dalla sala di controllo si registrano i parametri del guidatore: i movimenti degli occhi, le forze che sono applicate su volante e pedali, il battito cardiaco… Così raccogliamo un quadro il più possibile oggettivo sull’esperienza di guida».
Fonte: www.focus.it; polimi