Ti sarà capitato di notare durante i concerti o gli spettacoli di musica dal vivo che i cantanti e i musicisti hanno l’abitudine di indossare un paio di auricolari.

Si tratta di dispositivi chiamati “monitor in-ear (IEM)”, ormai diventati indispensabili per qualsiasi artista che voglia dare e ottenere il massimo durante la propria esibizione sul palco, in termini di qualità del suono, comfort uditivo e coinvolgimento del pubblico.

Scopriamo nel dettaglio come funzionano e cosa li rende un accessorio così utile per chiunque lavori nel mondo della musica.

 

In-ear monitor: le origini

 

Come accaduto con l’invenzione del microfono, che ha introdotto una vera e propria rivoluzione nella tecnologia audio, fino alle moderne applicazioni alla musica dal vivo, anche la nascita dei monitor in-ear ha segnato una svolta nel panorama musicale.

Inizialmente, infatti, ciò che permetteva agli artisti di sentire meglio la propria voce e il suono degli strumenti acustici durante l’esibizione erano i monitor da palco a forma di cuneo (i cosiddetti wedge). Si racconta che i primi a utilizzarli durante un concerto furono i Beatles negli anni ’60, alla ricerca di una soluzione che li aiutasse ad ascoltarsi meglio superando le urla dei fan. Gli ingegneri del suono decisero così di orientare gli altoparlanti sul palco verso di loro anziché in direzione del pubblico.

I monitor da palco sono rimasti a lungo l’unico metodo efficace contro il rumore eccessivo per supportare i musicisti durante le esibizioni dal vivo. Ma con il passare del tempo, più monitor da palco venivano aggiunti, più aumentava l’amplificazione e con questa anche il riverbero sul palco. Peggiorava quindi la qualità generale del suono, mentre nascevano seri problemi per l’udito dei musicisti.

Si è quindi deciso di pensare a una nuova soluzione, più pratica ed efficace, in grado di offrire all’artista un suono chiaro, diretto e personalizzato, eliminando qualsiasi altra fonte di rumore sul palco: è iniziata così l’era dei monitor in-ear.

 

6 motivi per indossare gli auricolari IEM

 

Ecco alcuni dei motivi per cui gli auricolari monitor in-ear sono così efficaci:

 

1. Migliorano la qualità del suono

Questo tipo di auricolare è progettato per adattarsi perfettamente all’orecchio del musicista, creando una sorta di sigillo che blocca i suoni esterni, dal volume della musica sul palco al rumore del pubblico. In questo modo, permette un monitoraggio audio di alta qualità, consentendo agli artisti di ascoltarsi con maggiore precisione.

 

2. Proteggono la salute dell’udito

Per un musicista, che trascorre molte ore della propria vita ad ascoltare musica ad alto volume, è essenziale prendersi cura del proprio udito. Oggi i livelli audio di un concerto rock possono raggiungere i 120 decibel, quando il limite dovrebbe mantenersi sotto gli 85 dB per non causare danni al sistema uditivo, motivo per cui molti artisti e celebrità soffrono di acufene (https://www.udifarm.it/2023/08/25/celebrita-internazionali-con-acufeni/). Gli auricolari IEM offrono una protezione efficace contro l’esposizione ai suoni forti della band, e al tempo stesso permettono agli artisti di regolare il volume interno a livelli considerati sicuri.

 

3. Personalizzano l’ascolto

Indossando i propri IEM intrauricolari, gli artisti possono decidere cosa ascoltare esattamente, senza essere costretti a condividere tutti i suoni riprodotti sul palco. Ad esempio, i cantanti potranno scegliere di ascoltare solo la propria voce, così come i batteristi potranno aver bisogno di tenersi a tempo sulle tracce di clic.

 

4. Proteggono da sforzi vocali

Grazie ai monitor in-ear, i cantanti che prima erano costretti a cantare più forte per riuscire ad ascoltarsi oltre le grida del pubblico e il suono della band, rischiando di subire danni alle corde vocali, ora possono sentire con chiarezza sia la propria voce che gli strumenti.

 

5. Riducono il feedback

Con i monitor da palco “wedge”, rivolti verso la band, parte del suono prodotto veniva rimbalzato e captato dal microfono, provocando un fastidioso riverbero. Gli auricolari IEM evitano proprio l’effetto feedback/stridore tipico dei vecchi concerti rock e dei live amatoriali.

 

6. Offrono mobilità e comfort

La presenza dei monitor da palco, sempre più numerosi e ingombranti, richiedeva metri di cavi e imponeva all’artista di suonare in posizione statica e a distanza ravvicinata rispetto all’altoparlante. Gli in-ear monitor sono invece completamente portatili, così che il musicista è libero di muoversi come preferisce sul palco, ballare e persino avvicinarsi ai fan, senza rischiare di rimanere impigliato nei cavi.

 

cantanti auricolari monitor in ear

 

Quando togliere gli auricolari IEM durante un concerto

Capita altrettanto spesso che musicisti e cantanti decidano di sfilare gli auricolari nel mezzo dell’esibizione. Questo può dipendere da:

IEM difettosi: auricolari che non permettono di sentire né il suono dal vivo né il mix del monitor;

Mix del monitor scadente: quando saltano i livelli del suono regolati dagli artisti nella fase di sound-check precedente al live o il volume non è sufficiente, si è costretti a farne a meno, basandosi soltanto sul suono dal vivo;

Voler ascoltare il pubblico: poiché gli IEM funzionano come un tappo che blocca qualsiasi rumore esterno, compresa la voce dei fan, se il cantante desidera ascoltare la folla e creare più coinvolgimento, decide di sfilare gli auricolari.

 

Udifarm per la salute del tuo udito

 

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