Una perdita dell’udito non trattata può avere un impatto significativo sul nostro cervello. Quando si verifica una forma di ipoacusia temporanea o permanente, infatti, le aree cerebrali responsabili dell’udito vengono come riassegnate ad altre funzioni. Queste parti, inoltre, tendono progressivamente ad atrofizzarsi o restringersi, fino a rendere più difficile intervenire con un trattamento standard per l’ipoacusia, ad esempio con apparecchi acustici.
In questo articolo vorremmo aiutarvi a capire come reagisce il cervello alla perdita dell’udito.

 

Cosa succede al cervello quando l’udito viene meno?

 

Molte persone possono avere difficoltà a sentire in situazioni comuni come passeggiare in strade trafficate o trascorrere del tempo in un locale affollato, e spesso giustificano con troppa leggerezza il motivo per cui non sono riuscite a capire bene una conversazione, o a distinguere il parlato dal rumore di fondo. In questo modo, i primi sintomi di ipoacusia vengono sottovalutati e trascurati, peggiorando la situazione.
Nel frattempo, infatti, il cervello ha smesso di elaborare tutti i suoni che provengono dall’esterno e, in mancanza delle informazioni e degli stimoli necessari per funzionare correttamente, subisce una “deprivazione uditiva”, ovvero perde la capacità di elaborare i segnali che riceve, perché non è stato più stimolato in modo efficace. 

Quando si verifica una perdita dell’udito, il cervello comincia ad adattarsi alla mancanza di input uditivi, attuando in risposta una serie di cambiamenti. In particolare, può “riassegnare” le aree uditive del cervello ad altri compiti, come la vista o il tatto, o subire una riduzione delle dimensioni delle aree uditive, che non essendo più stimolate e utilizzate tendono a restringersi o atrofizzarsi, aumentando un senso di frustrazione e di stanchezza.

 

cervello con ipoacusia 

 

Quali sono i sintomi dell’ipoacusia non trattata?

Nello specifico, i sintomi dell’ipoacusia non trattata possono includere:

 

Come si può prevenire l’ipoacusia?

Esistono diverse soluzioni per prevenire una perdita uditiva ed evitare che questa possa avere un impatto anche profondo a livello neurologico. Ad esempio:

  • Proteggere le orecchie dal rumore forte utilizzando cuffie o tappi auricolari, soprattutto nel caso di lavori che mettono a rischio l’udito;
  • Trattare le infezioni dell’orecchio come l’otite esterna e altre condizioni che possono causare l’ipoacusia, come un eccesso di cerume;
  • Seguire una dieta sana e fare esercizio fisico;
  • Indossare gli apparecchi acustici: recenti studi hanno dimostrato che anche un “sistema uditivo deprivato” in alcune persone può essere modificato con l’uso regolare di apparecchi acustici. Questi, infatti, se indossati in modo costante possono riuscire a indurre cambiamenti all’interno del sistema uditivo centrale, assicurando che il cervello rimanga stimolato il più possibile;
  • Sottoporsi a controlli regolari dell’udito, che possano aiutare a identificare e trattare l’ipoacusia in una fase precoce.

 

Gli specialisti di Udifarm al tuo fianco

 

Quando si inizia a notare una difficoltà uditiva è importante non trascurare a lungo i sintomi e affrontare una terapia il prima possibile. Un controllo medico tempestivo può aiutare a prevenire la deprivazione uditiva e una serie di conseguenze negative, tra cui l’atrofia cerebrale e il declino cognitivo.

Se il tuo udito è peggiorato, puoi rivolgerti ai centri Udifarm di Roma, specializzati in prevenzione e cura dei disturbi uditivi, terapie all’avanguardia per il trattamento dell’acufene e dell’ipoacusia, e riabilitazione con apparecchi acustici, anche su misura.

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