Se l’acufene non ti dà pace, e le soluzioni di prevenzione e cura più diffuse non hanno avuto l’effetto sperato, forse il tuo medico ti avrà proposto una terapia alternativa a base di cortisone. Ma questa è sempre da considerarsi efficace?
Come spiegato in precedenza, le cause dell’acufene sono molteplici, spesso concomitanti, e vanno dall’esposizione al rumore all’invecchiamento, da problemi circolatori a contrazioni muscolari, fino a disturbi neurologici. La patologia si manifesta in modo così soggettivo che non è possibile risolverla del tutto e facendo ricorso a un’unica terapia universalmente valida.
È opportuno agire tempestivamente, alla comparsa dei primi sintomi, rivolgendosi a uno specialista che possa identificare la natura del disturbo e prescrivere la terapia più efficace per il singolo caso.
Sarà quindi il professionista a valutare il ricorso a un trattamento cortisonico se le condizioni lo permettono.

 

A proposito di cortisone

 

Il cortisone è un ormone naturale, appartenente alla classe dei corticosteroidi. Per le sue spiccate proprietà antinfiammatorie e immunosoppressive, è generalmente prescritto per la cura di una serie di disturbi come dolori e infiammazioni articolari, artrite, dermatite, asma, rinite, fino alle malattie infiammatorie intestinali o autoimmuni come la sclerosi multipla. Va comunque precisato che si tratta di un farmaco palliativo, ovvero che non è in grado di rimuovere alla radice la causa di una malattia, ma soltanto di attenuarne i sintomi.
Nel caso dell’acufene, quindi, una terapia a base di cortisone – come del resto ogni altro trattamento prescritto per questo disturbo – non sarà completamente risolutiva, ma tenderà a ridurre nel tempo i sintomi più o meno gravi associati alla patologia.
Bisogna inoltre tenere presente che non tutti i tipi di acufene possono essere curati con il cortisone.

 

Quando il cortisone è efficace contro l’acufene

 

In linea di massima, se l’acufene è preso per tempo e sotto il controllo di uno specialista, senza ricorrere ad auto-medicazioni che potrebbero aggravare e cronicizzare il problema, ci sono maggiori possibilità di ridurre i sintomi o, nel migliore dei casi, inibirli del tutto e poter tornare a condurre una vita serena.
Un trattamento farmacologico a base di cortisone di solito risulta più efficace se:

  • l’acufene è in forma acuta, ovvero si è manifestato in caso di perdita improvvisa dell’udito o come sintomo della malattia di Ménière;
  • l’acufene è causato da un’infiammazione nell’orecchio (ad es. otite);
  • l’acufene ha origine somatica, ovvero è causato da disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare oppure a spasmi muscolari nell’orecchio interno.

 

Come viene somministrato il cortisone per la cura dell’acufene

 

Generalmente una terapia a base di cortisone per trattare l’acufene può essere somministrata attraverso:

 

1. Iniezioni intratimpaniche

Se siamo in presenza di acufene in forma acuta dovuto alla malattia di Ménière o a una riduzione o perdita del senso dell’udito (ipoacusia), è possibile somministrare il cortisone iniettando il farmaco mediante un ago molto sottile attraverso la membrana timpanica, ed eseguendo la procedura al microscopio.
L’efficacia di questa terapia nel ridurre i sintomi dell’acufene è stata scientificamente provata a partire dagli anni Novanta, soprattutto nel caso di somministrazioni a base di glucocorticoidi. E in pazienti con un acufene di tipo cocleare, la terapia intratimpanica con steroidi ha portato ad un sollievo dai sintomi sia a breve che a lungo termine in 7 pazienti su 10 (70%) [Fonte: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/14689612/].

 

cortisone acufeni

 

2. Iniezioni intramuscolari

Se l’acufene è di natura somatica, ovvero causato da disordini muscolo-scheletrici, come dolore cervicale, mal di collo, dolori mandibolari o mal di denti, il cortisone può essere somministrato attraverso iniezioni intramuscolari.
Anche in questo caso, la terapia consente di ottenere benefici a lungo termine. Come certifica uno studio olandese del 2019 [Fonte: https://www.tinnitusjournal.com/articles/temporomandibular-steroids-in-patients-with-tinnitus-only-on-indication-11323.html], il sollievo dall’acufene, dopo 7 settimane dal trattamento con steroidi temporo-mandibolari, è stato riscontrato nel 20% dei pazienti. A 18 mesi, il 50% dei pazienti notava ancora benefici.

Un trattamento a base di cortisone deve essere comunque ponderato ed eseguito sotto stretto controllo medico, soprattutto per monitorare eventuali effetti collaterali, quali aumento del peso, della glicemia, ipertensione, osteoporosi, sofferenza gastrica etc.

 

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