Se di recente ti è capitato di provare una sensazione di perdita di equilibrio, giramenti di testa o vertigini in risposta a determinati suoni o rumori, è probabile che tu soffra del cosiddetto “fenomeno di Tullio”, anche chiamato “segno della fistola” o “sindrome da deiscenza del canale semicircolare superiore”, una condizione piuttosto rara (colpisce circa una persona su 100), mentre è più comune nelle persone che indossano apparecchi acustici.
Ma di cosa si tratta esattamente e da cosa dipende questo fenomeno?
Cos’è il Fenomeno di Tullio
Il fenomeno di Tullio deve il suo nome al biologo italiano Pietro Tullio, che nel 1929 scoprì che praticando dei piccoli fori nel cranio dei piccioni, in corrispondenza dei canali semicircolari dell’orecchio interno, ciò causava loro problemi di equilibrio se esposti a suoni di elevata intensità.
Di fatto, chi soffre del fenomeno di Tullio può avvertire capogiri, nausea e vertigini come diretta conseguenza di suoni o rumori apparentemente normali, come ad esempio lo squillo del telefono, delle semplici note musicali, le risate dei bambini, e perfino il suono della propria voce. Sebbene venga innescato soprattutto da suoni acuti o rumori molto forti, il volume non è sempre un fattore determinante; anzi, questo fenomeno è associato spesso anche a cambiamenti della pressione atmosferica oppure a colpi di tosse.
Come si verifica questa condizione?
Accade di sperimentare il fenomeno di Tullio quando le onde sonore di determinate frequenze colpiscono l’orecchio interno, e questo – a causa di un difetto nell’osso che ospita i canali semicircolari vestibolari – invia al cervello un segnale errato, dando l’impressione che la testa si stia muovendo, provocando una rotazione involontaria degli occhi (nistagmo), la cui conseguenza è un picco di nausea e vertigini. Per lungo tempo si è cercato di spiegare quali fossero esattamente le cause di questi sintomi, fino a quando un team di ricercatori dell’Università dello Utah, guidato dal Professor Richard Rabbitt, in uno studio pubblicato su Scientific Reports, ne ha svelato l’esatta dinamica studiando il cosiddetto “pesce rospo ostrica” (ovvero l’opsanus tau, anche conosciuto come ‘oyster toadfish’) un pesce di fondale velenoso, che vive nell’Oceano Atlantico, in particolare lungo la costa degli Stati Uniti, e che possiede organi di equilibrio dell’orecchio interno simili agli esseri umani. Eseguendo una serie di esperimenti sul pesce rospo, i ricercatori hanno scoperto che le onde sonore che entravano nell’orecchio interno attraverso la finestra ovale inducevano un insolito movimento dell’endolinfa, il fluido contenuto nel labirinto membranoso dell’orecchio interno fondamentale per la percezione dei suoni e dell’equilibrio, e questo innescava l’accensione di segnali nervosi normalmente associati solo al movimento.
Questa stimolazione portava così il cervello a credere che la testa stesse ruotando, e automaticamente gli occhi a contro-ruotare nel modo sbagliato, dando la sensazione che “il mondo stesse girando” (Fonte: Iversen MM, Zhu H, Zhou W, Della Santina CC, Carey JP, Rabbitt RD, Scientific Reports, 2018).
I risultati dello studio hanno permesso di collegare il “fenomeno di Tullio” alla cosiddetta Deiscenza del canale semicircolare superiore (DCSS), ad oggi la causa più comune del disturbo, dovuta a un difetto congenito o una lesione nel minuscolo osso che copre uno dei tre tubicini pieni di liquido all’interno dell’orecchio, necessari a rilevare i movimenti in su e in giù della testa, consentendo al cervello di orientarsi nello spazio tridimensionale.
L’effetto immediato è appunto il movimento involontario degli occhi, come se il mondo si stia capovolgendo, provocando vertigini, senso di nausea, vista annebbiata e perdita di equilibrio.
Un’altra causa più frequente è la malattia di Ménière. Il disturbo può anche manifestarsi in associazione ad acufene e ipoacusia. Il primo passo per riconoscere la presenza del “fenomeno di Tullio” è consultare un medico-audiologo o un otorinolaringoiatra specializzato in problemi dell’orecchio. Sarà lo specialista a valutare se eseguire un esame audiometrico completo, raccogliendo quante più informazioni possibili sulla storia del paziente, e se necessario di effettuare una scansione TC dell’osso temporale alla ricerca di Deiscenza del canale superiore e di eventuali altri disturbi. Inoltre, dovrà escludere che le vertigini siano un effetto collaterale dovuto all’adattamento a una nuova protesi acustica. Accade infatti di frequente che gli apparecchi acustici provochino mal di testa o capogiri, soprattutto nel primo periodo di utilizzo e se non correttamente regolati.
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